24 aprile 2015, 17:51
Riceviamo dall’ amico Enzo Maggi l’articolo indirizzato alla rivista nazionale Lion.
Caro Direttore,
l’insonnia è una brutta bestia; comunque talvolta ti consente di soffermarti con tranquillità su alcuni argomenti che magari nel corso della giornata ti hanno impegnato con interesse e che poi hai invece allontanato con fastidio, ripromettendoti di tornarci sopra a tempo debito. E questo è accaduto alcune sere addietro, quando il ricordo è andato a finire sui dati riguardanti l’organizzazione del Multidistretto, la sua articolazione, la sua rappresentanza e via di seguito. Infatti, nel corso della giornata avevo aperto il sito di pertinenza e alla pagina che ne disegnava la sua odierna composizione mi ero imbattuto ancora una volta su alcune incongruenze delle quali mi ero già occupato agli inizi del 2009, trattandole in una lettera aperta agli amici soci dell’Aurelium: lo squilibrio riscontrato nella rappresentatività dei distretti nella composizione del Consiglio dei Governatori.
Avevo memorizzato, durante la giornata appena trascorsa, che fra quelli appartenenti alle regioni settentrionali e quelli centro-meridionali, a fronte di una sostanziale simmetria concernente il numero dei clubs (694 del nord e 625 del centro-sud) e dei soci (rispettivamente 21.962 e 20.552), esisteva invece un rilevante divario (undici a sei, sempre rispettivamente) riferito ai distretti e, quindi, alla loro rappresentanza nel corpo dell’organo multidistrettuale: infatti nel C.d.G. oggi siedono, in virtù dell’attuale articolazione distrettuale, undici governatori del nord e sei del centro-sud, in un rapporto di quasi due a uno! Se quanto appena riportato sia formalmente legittimo non v’ha dubbio; ma sono altre le riflessioni che l’insonnia mi ha suggerito.
Però permettimi prima di sfiorare appena, ma con grande tristezza, l’argomento relativo al numero dei lion italiani: dal 2008 al 2014 siamo passati da oltre 50mila a 42.500! In compenso i Lions club sono aumentati di oltre cento! Incredibile!!!
Tornando a bomba, lungi da me ergermi a giudice della necessità o la opportunità (o la smania e la convenienza!) di una diversa articolazione dei distretti, passata, in appena sei anni, da sette a diciassette, dei quali ben otto concentrati nel nord; tuttavia è inoppugnabile che nell’organo multidistrettuale si è creato uno squilibrio ingiustificato dal punto di vista della rappresentatività del lionismo italiano: perché non dobbiamo dimenticare che quest’ultimo si fonda sui Lions club e, quindi, sui loro organici e non su strutture eventuali e statutariamente non previste come primarie (vd. art.VIII, sez.3 del vigente Regolamento Internazionale). Infatti non è un caso che sono le assise congressuali, distrettuali e nazionali, gli appuntamenti più alti e solenni dell’impegno lionistico quando tutti i lion italiani, soltanto i lion, attraverso i loro delegati, dibattono sul proprio impegno e la propria attività, prendono decisioni, indicano gli obiettivi da perseguire. Comunque, allo stato dobbiamo prendere atto che il Multidistretto 108 ITALY esiste e opera e quindi possiamo apprendere, leggendo la rivista da te magistralmente diretta, che nella sua costosa peregrinazione il Consiglio dei Governatori assume risoluzioni che ovviamente interessano e si riverberano su tutto il lionismo italiano. E sono proprio i momenti decisionali, anche quelli di natura finanziaria, di detto consesso che suscitano in me gravi perplessità.
Una massima aristotelica recita così: “Non c’è più grande ingiustizia che trattare le cose diseguali allo stesso modo e le cose uguali in modo diseguale.” Probabilmente la citazione non si attaglia perfettamente all’argomento del quale ci stiamo occupando; comunque rende sufficientemente l’idea che ci troviamo di fronte a qualcosa di molto anomalo: un distretto di appena quaranta club e milletrecento lion può valere, nella formazione della volontà di un organo collegiale, quanto un altro distretto che può contare su di un numero triplo di club e di lion! Non ti sembra, caro Direttore, un po’ strano ? E’ su questa composizione sbilenca che si riflette la conduzione del C.d.G., che registra da sempre una proporzione di due a uno, ovviamente a favore dei distretti del nord. Per carità di patria tralasciamo di occuparci della turnazione alla presidenza del C.d.G..
Come affrontare il problema e trovarne una soluzione? Perché se per alcuni rappresenta una questione di lana caprina, per me non lo è; e sono sicurissimo che non lo è per molti altri amici lion. La più drastica, ma sicuramente la più naturale, potrebbe essere quella che ci viene suggerita dalla famosa affermazione attribuita ai coloni inglesi residenti in America verso la fine del diciottesimo secolo: “No taxation without representation”. Traducendo liberamente e in parole povere: ”Non ti pago se non sono rappresentato.” Ne conseguirebbe che dal momento che tutti lion italiani versano un contributo identico a favore del Multidistretto, la rappresentanza all’interno del C.d.G. deve essere ragguagliata alla consistenza numerica dei distretti. Oppure, sempre considerato che il Multidistretto viene finanziariamente alimentato da tutti i lion attraverso il distretto, le sue esigenze economiche vengano soddisfatte da un contributo uguale per tutti i distretti, visto che alla fine della storia valgono tutti allo stesso modo.
Ma una soluzione meno traumatica che salverebbe capra e cavoli la possiamo trovare leggendo con cura e attenzione la sezione 4 dell’art.VIII del vigente Regolamento internazionale: è vero che viene statuito che “Ad ogni membro del C.d.G. (….) spetterà il diritto ad un voto per ciascuna questione…”, ma poco sopra possiamo leggere che il C.d.G. “…potrà includere uno più Immediati Past Governatori, purché il loro numero non superi la metà (1/2) del totale dei Governatori Distrettuali in carica.”
Qualcuno potrebbe rilanciare: “Ma perché non aumentate i distretti del centro-sud, facendo a fettine quelli esistenti, che sono pochi ma corposi?”. Rispondo: ma è possibile che la soluzione debba necessariamente passare attraverso la moltiplicazione di strutture sempre più pletoriche e, dal punto di vista pratico, scarsamente concludenti, considerata la breve vita che le caratterizza in omaggio alla cadenza annuale con la quale vengono rinnovate?
Caro Direttore, nell’inviarti i miei più cordiali saluti, mi accorgo di essere stato alquanto prolisso e te ne chiedo scusa; peraltro ritengo che l’argomento non possa essere racchiuso nei termini canonici di tante battute e non di più. Anzi, mi auguro che possa essere lo spunto per un confronto di idee sulla rivista da te diretta.
N.d.r. Ci piacerebbe si instaurasse una discussione anche nei Social sull’argomento.
(Enzo Maggi)
Lions Club Roma Aurelium