Lions di Civitavecchia e Direzione Marittima del Lazio in prima fila sul tema dell’inquinamento marino da plastiche e microplastiche – Lions Club – Distretto 108 L

Lions di Civitavecchia e Direzione Marittima del Lazio in prima fila sul tema dell’inquinamento marino da plastiche e microplastiche

13 aprile 2019, 22:14

Venerdì 12 aprile si è svolto un incontro di approfondimento culturale sul tema “Il Mare e la plastica… lo stato dell’arte” organizzato in interclub dai Lions di Civitavecchia con la collaborazione della Direzione Marittima del Lazio. Il convegno ha avuto luogo presso la Biblioteca del Centro Storico Culturale delle Capitanerie di Porto nella prestigiosa location del Cinquecentesco Forte Michelangelo. Tra i presenti il Dott. Dario Menditto Presidente del Consiglio Comunale di Civitavecchia, esponenti dello Stato Maggiore della Nave “Corsi” approdata in porto e volontari della Croce Rossa Italiana – Comitato di Civitavecchia.

In apertura i saluti istituzionali del Com. Vincenzo Leone (Direttore Marittimo del Lazio): “Ringrazio i Lions di Civitavecchia Porto Traiano e Santa Marinella Host per aver scelto un tema di interesse e attualità. Siamo circondati dalla plastica, dobbiamo farne un uso intelligente”.

Fedele Nitrella (Presidente Lions Club Civitavecchia S. Marinella Host): “Grazie alla Capitaneria di Porto per la disponibilità e per averci ospitato in questa nostra bella biblioteca”.

 

Angelo Projetti (Presidente Lions Club Civitavecchia Porto Traiano): “L’ambiente è una delle mission dei Lions a livello mondiale. Il mare copre circa due terzi del globo e dobbiamo rispettarlo; ciò che gettiamo in mare diventa un inquinante e se non curiamo il mare si va incontro al nostro decadimento”.

C.F. (CP) Emiliano Santocchini (Reparto Ambientale Marino): “Porto i saluti dell’Ammiraglio Caligiore Capo Reparto Ambientale Marino. Diamo supporto tecnico al Ministero dell’Ambiente e protezione generale della flora e fauna marina. La plastica in mare è un problema drammatico. I primi segnali ci furono nella prima metà degli anni ’90 del Novecento, già allora esistevano le prime isole di plastica. Oggi plastiche e microplastiche stanno facendo danni ai nostri mari e oceani. Nel corso degli anni, grazie alla legislazione internazionale, si è fatto molto sulla questione dello sversamento degli idrocarburi con apposite misure. I nostri mari e oceani hanno sofferto molto, ma tutto questo greggio risulta minore rispetto all’inquinamento marino di cui le plastiche sono rilevanti. Ci sono fonti terrestri, tra cui il turismo costiero, la gestione non corretta dei rifiuti urbani, scarichi idrici di acque reflue urbane e industriali; fonti marine, tra cui trasporti, smaltimento illecito dei rifiuti, ecc. E’ stato stimato che circa il 15% finiscono sui litorali, circa il 15% di plastiche e microplastiche galleggiano e circa il 70% si depositano sui fondali marini. Il 49% delle plastiche sono monouso; il 33% sono plastiche derivanti da attività di pesca; circa il 18% sono altri materiali. L’aggrovigliamento e l’ingestione della rete colpisce tutte le specie animali: uccelli, pesci, tartarughe, fauna marina. Sta per approdare al Parlamento la “Legge Salvamare”, approvata nel mese di marzo dal Consiglio dei Ministri, per la prima volta verrà consentito ai pescatori che accidentalmente recuperano delle plastiche, di conferirle a terra per essere inserite in appositi contenitori. Una Direttiva Europea mette al bando plastiche monouso dal 2021 e gli Stati membri hanno due anni di tempo per recepire la direttiva. E’ già tardi ma qualcosa si sta facendo, tantissimo si potrà fare e l’Europa si sta muovendo nella giusta direzione”.

Dott. Corrado Clini (ex Ministro dell’Ambiente e, in precedenza, Presidente della Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo): “Il problema delle microplastiche sta a monte, come riusciamo a ridurre plastiche e microplastiche? E’ una bella sfida. Nella vita moderna non si può fare a meno delle plastiche e l’obiettivo principale è riuscire a gestirle e, se non si riesce, bisogna eliminarle. Noi sostanzialmente dalla fine della seconda guerra mondiale abbiamo impiegato plastiche in tutti i settori economici. Il problema è globale; da dicembre 2017 a marzo 2018 oltre 200 Paesi hanno dichiarato l’intenzione di ridurre l’uso delle plastiche ma, tale decisione, non è legalmente vincolante. E’ necessario eliminare plastiche monouso e lavorare per alternative come le plastiche compostabili e biodegradabili. Isole di plastica negli oceani sono il segno di un problema globale; il Mediterraneo è una delle zone più critiche, pensiamo che è un mare chiuso e vi sono concentrazioni di plastiche e microplastiche. La raccolta differenziata è una parte del percorso, ma se non si riesce a lavorare su plastiche resta un esercizio di buone maniere ma non influisce nel recupero industriale”.

Dott. Antonio Rocchi (Ricercatore CNR Venezia): “Conviviamo con la plastica 24 ore su 24, dobbiamo capire come farne riutilizzo. Abbiamo fatto un esperimento sul fiume Po per vedere come si muovono le microplastiche e abbiamo visto che si allontanano lentamente dalla costa. Attualmente non conosciamo bene la circolazione delle correnti marine. Altra questione su cui porre attenzione è che noi mangiamo il pesce che a sua volta potrebbe ingerire microplastiche. Non bisogna sottovalutare i danni indotti dalla depauperazione dei materiali plastici, bisogna fare ancora molta ricerca, informazione, educazione e divulgazione. E’ necessario educare le nuove generazioni”.

Dott. Massimo di Molfetta (Dirigente Corepla): “Lavoro per Corepla un’azienda privata che opera in Italia. Riceviamo la raccolta differenziata e ci occupiamo del riciclo e del recupero. Dietro la raccolta differenziata esiste un mondo, come gli impianti, l’occupazione, trasporti, logistica, amministrazione, specializzazioni che fanno crescere il nostro Paese. Vorrei porre l’attenzione sul tema dell’abbandono dei rifiuti, un problema di educazione. Abbiamo fatto un accordo con la regione Lazio, Arpa, Capitaneria di Porto e vari enti e si è provveduto a installare cassoni nel porto, tra cui quello di Civitavecchia, per il conferimento di plastiche recuperate in mare dai pescatori. Esse andranno analizzate e si valuterà la possibilità di recupero. La plastica è un materiale utile che deve essere gestito in modo intelligente”.

Su invito della Capitaneria di Porto, sabato 13 aprile, i Lions di entrambi i Club cittadini hanno assicurato la loro presenza a sostegno dell’iniziativa di verifica e pulizia del fondale antistante l’area della Marina. Attività che ha visto protagonisti il nucleo subacqueo delle Capitanerie di Porto di Civitavecchia e di Napoli, Castalia, i locali gruppi di sommozzatori e pescatori subacquei autorizzati. Al termine è stata conferita una notevole quantitativo di plastica nei cassoni della società Corepla.

Sara Fresi, Responsabile Marketing e Comunicazione del Lions Club Civitavecchia Porto Traiano

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