25 aprile 2016, 16:43
Il Club Tempio ha organizzato una interessante conferenza sul tema: credenze del passato nella tradizione popolare sarda. L’incontro si è svolto a Tempio Pausania, nella sala conferenze del Palazzo Pes Villamarina il giorno 8 aprile u.s. ed è stato coordinato dal presidente, PDG Agostino Inzaina. Relatrice Dolores Turchi, antropologa sarda di fama internazionale. Questo appuntamento ha attratto un nutrito numero di studiosi, cultori e appassionati delle tradizioni popolari isolane. In apertura, dopo la presentazione è stato proiettato e illustrato uno splendido cortometraggio, ideato e realizzato dal socio Luigi Stazza. Il titolo: “Riti, pratiche e preghiere tra religiosità e superstizione”. La relatrice ha preso spunto dalle immagini e dalle storie raccontate, per rispondere a curiosità e quesiti specifici. Ha poi offerto una serie di testimonianze e richiami filologici legati a leggende, miti, credenze dei nostri amuleti. Ha ricordato oggetti sacri e superstizioni del passato, tutti esistenti nell’arcana tradizione popolare della Sardegna. Ha rievocato specificamente il significato del carnevale sardo, fondato su residui di una religione antica, animata da entità fantastiche e demoniache e riconducibile ad antiche sacerdotesse di culto pagano e divinità come Demetra e Dioniso, appartenenti al medesimo panteon pre-cristiano. La parola sarda “carrasecare” con la quale viene indicato il carnevale nelle regioni centrali della Sardegna (Barbagia) significa testualmente “carne da tagliare” ed una espressione che, con forza onomatopeica, riferisce la presenza nel rito di vittime animali da squarciare, in ricordo del dio Dioniso sbranato dai Titani. La relatrice ha avuto anche modo di spiegare rituali e pratiche , come quelle della Accabadora” nonché le consuetudini propiziatorie di matrimoni e cerimonie dei tempi passati, cui si ispirano ancora oggi rituali connessi soprattutto al mondo delle attività agropastorali dei primi del ‘900 e della religione. Lo scrittore e poeta tempiese, Franco Fresi,intervenuto nel dibattito conclusivo, ha definito entusiasticamente quasto convegno “gradevole e culturalmente stimolante”.
G.M. Pasella