Richiami della Rivista Lionismo n° 3 di prossima uscita – Lions Club – Distretto 108 L

Richiami della Rivista Lionismo n° 3 di prossima uscita

12 marzo 2022, 9:47

LIONISMO N. 3/2021-2022

È in corso di spedizione il numero 3 della rivista Lionismo, di cui anticipiamo alcuni articoli.

Il focus di questo numero è sulla povertà, il campo di azione dei Lions che, a causa della guerra in Ucraina, è diventato molto più vasto.
Su questo angosciante problema hanno dato il loro contributo:
 Marco Impagliazzo, che dall’interno della Comunità di Sant’Egidio, guarda al mondo che ci circonda e analizza i bisogni dei più poveri: non solo pacchi alimentari, pasti nelle mense e vestiti, ma anche farmaci e vaccinazioni.
 Carla Ascani lancia un grido di dolore su quanto sta accadendo a causa della pandemia, con una ricaduta non solo sul piano sanitario ma soprattutto su quello sociale, fino al punto di dover rivedere anche il concetto di assistenza.
 Anna Martellotti rileva come il peso della povertà si abbatta maggiormente sul mondo femminile, facendo emergere il sacrificio di una donna che, per mantenere l’unica figlia, è costretta a trasferirsi in un’altra nazione per non perdere il lavoro. Abbandonando così le proprie abitudini e spogliandosi del diritto di essere madre e veder crescere la figlia.
 Sara La Medica ci rimanda ai Leo e al loro ricorrente impegno natalizio di provvedere alla distribuzione di panettoncini e pacchi regalo nei quartieri e nelle parrocchie della Capitale: un modo di essere vicini ai più poveri portando, con i doni, il sorriso dei più giovani.
 Sergio Fedro ci fa precipitare nell’odioso mercato dell’usura. È il momento in cui – causa la pandemia – il ricorso agli strozzini si è fatto esasperato con i risvolti più abietti: il debito che, anziché diminuire, cresce rata dopo rata, fino all’annientamento del debitore e al disfacimento della sua impresa.

Intorno al tema della povertà ruotano altri temi, tutti interessanti e degni di attenzione.

I cambiamenti della società potrebbero non interessarci come persone ma solo (forse) come collettività; al contrario, ognuno di noi incide sul cambiamento della società, con la sola presenza o con azioni che compiamo quasi inconsapevolmente.
Molte sono le cause che stanno operando un cambiamento epocale nella nostra vita e Guido Barlozzetti ha tolto il velo a molti nostri comportamenti, anche etici, ormai adottati d’istinto, complici i social.

Fino agli anni ’50 il ritmo della vita era sostanzialmente statico: gli uomini vivevano e lavoravano nella propria città, le donne accudivano la casa e i figli.
Sulla base di queste considerazioni, Norberto Cacciaglia svolge un’acuta analisi sui cambiamenti che – dopo gli anni ’50 – hanno modificato il modo di vivere delle comunità, soprattutto in riferimento alla comunità familiare; e da qui le riflessioni sul femminicidio e sui delitti perpetrati in famiglia.

Sissi Palmieri ci porta in India dove un Lions Club ha creato una banca del sangue che ha salvato e sta salvando la vita a migliaia di persone. Poiché il sangue ricavato dalla Banca Lions non è sufficiente a coprire le richieste, la Banca si è attrezzata per separare il sangue in emocomponenti; in questo modo riesce a fornire solo il componente di cui un paziente ha bisogno, riducendo le trasfusioni di sangue intero.

Coinvolgente l’articolo di Carlo Patatu che svolge alcune considerazioni sulla Scuola di oggi. Tre le riflessioni che attraggono il lettore: la staticità dei programmi, l’insufficiente trattamento dei docenti, il massiccio ricorso alla DaD.
Su questi tre elementi l’autore mette a nudo la poca credibilità della Scuola, i cui programmi sono obsoleti, i docenti sottopagati e la didattica a distanza ha impoverito le aule.

Una risorsa per l’umanità con un grande futuro alle spalle. Impariamo a usarla senza preconcetti ideologici e atteggiamenti fideistici. Proviamo a dominarla senza restarne soggiogati. È la sintesi dell’articolo di Roberto Tamburi che affronta l’argomento dell’uso pacifico del nucleare.

I bisogni non sono tutti uguali. Senza scomodare la Scala di Maslow – che elenca i bisogni dell’uomo secondo una graduatoria che vede ai primi posti i bisogni fisiologici indispensabili alla sopravvivenza e, all’ultimo, il bisogno dell’autorealizzazione, al limite della felicità – Sara Fresi fa emergere la necessità di frenare l’appagamento dei bisogni secondari dei più ricchi per dar modo ai più poveri di soddisfare i bisogni primari. Tanto più che è l’appagamento dei bisogni secondari che produce i danni più gravi all’ambiente.

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