9 giugno 2019, 21:33
Si è svolto nella mattinata di sabato 8 giugno ad Amelia, nel Complesso monumentale di Sant’Agostino il nostro convegno dal titolo “Territori dell’Umbria Meridionale: la tutela e la valorizzazione del paesaggio”.
Dopo i saluti del nostro Presidente Mauro Andretta e quelli del Sindaco di Amelia Laura Pernazza, il moderatore Marco Vignudelli ha dato il via agli interventi programmati.
Nel corso del primo, il Prof. Francesco Spada, esperto di botanica sistematica e geobotanica di livello internazionale ha trattato, con passione, competenza e humor dell’argomento “sabina amerina: testimonianze di un paesaggio di altre ere”. Il Prof. Spada è partito con un sentito ricordo di 50 anni fa allorché, dopo il trasferimento a Roma, venne da studioso alla prime armi in Umbria Meridionale, descrivendo lo stupore che gli causò il primo contatto con il paesaggio e le genti umbre. Tante e tali, infatti, furono le suggestioni che ricevette dal nostro paesaggio, dalla storia e cultura, ma anche da elementi di civiltà materiale – come ad esempio la qualità dell’enogastronomia, che decise di farne la sua seconda patria, accanto alla natia Laguna di Venezia.
Egli intraprese accurati studi sul paesaggio amerino, narnese e poi della Valserra e Valnerina, fino ad arrivare a comprendere la zona dei Monti Martani. Ne ricavò la sua tesi di laurea e tanti altri studi ed elaborati cartografici.
L’elemento centrale che attirò la sua attenzione di studioso e che tuttora lo colpisce ed affascina, ha riferito all’attenta ed interessata platea odierna, è insito nella grande presenza di imponenti boschi primordiali sui pronunciati declivi dei monti delle suddette aree, soprattutto lungo il corso del fiume Nera, composti da innumerevoli quantità di querce sempreverdi e dense formazioni di lecci.
Le pendici dei nostri rilievi montuosi ed alto collinari, cioè sono coperte da una sorta di “foreste nere”, per la caratteristica delle chiome che ammantano estese aree boschive, composte proprio da querce sempreverdi ma anche di esemplari pino d’Aleppo, accompagnati da altri sempreverdi e, a quote più basse, da altre latifoglie decidue. Molto particolare la presenza “indigena” e sicuramente ultra millenaria del pino d’Aleppo nel nostro habitat, poiché si tratta di un caso pressoché unico nel Paese di diffusione di questa pianta lontano dalle coste.
Tutte queste evidenze, ha concluso Spada, segnano dei caratteri identitari che si possono attribuire ai territori dell’Umbria Meridionale, segnatamente per gli ambiti di pertinenza di Amelia e Narni, tali da poter affermare che i loro ambienti boschivi, nella parte popolata dalle meravigliose querce sempreverdi, pini d’Aleppo e altre piante sempreverdi, possano dirsi siti naturalistici unici e di origini preistoriche, conservatisi così per complesse combinazioni di fattoti geologici e climatici. Un patrimonio che merita ogni sforzo per essere meglio conosciuto, divulgato, protetto e valorizzato.
La seconda tornata di interventi è stata a cura dei membri dell’Associazione Narni 360 che hanno presentato il “Tour virtuale per la tutela e la valorizzazione del paesaggio” narnese e amerino.
Si tratta di un progetto voluto dal Lions Club Narni, attraverso il quale con un nuovo approccio multimediale è stato altresì possibile rendere maggiormente e costantemente fruibili, grazie alla più evolute tecnologie ed in maniera virtuale, ovunque e per tutti, le ricchezze e le peculiarità del territorio a partire dalle tante opere restaurate grazie all’intervento dei Lions. In questo modo sarà possibile far visitare ai cittadini ed ai turisti il nostro territorio, in nuove modalità ed anche a distanza.
Il Dott. Claudio Senigagliesi, Presidente dell’Istituto Tecnico Superiore Servizi all’Impresa di Viterbo, dopo aver presentato l’ITS stesso e le sue attività a livello nazionale, ha parlato della valorizzazione del territorio in chiave esperienziale, illustrando: il “Progetto “Narnia 4.0”, in fase di realizzazione con la collaborazione con Comune di Narni, come primo risultato dell’approccio pluriennale che ha visto innanzitutto la realizzazione della prima indagine sugli stakeholder del territorio comunale, finalizzata a far emergere opinioni ed aspettative sulle possibilità d sviluppo turistico.
L’ITS, poi, ha dedicato al territorio la declinazione dei project work degli studenti di due bienni, con appunto la realizzazione di un prodotto promozionale denominato “Narnia 4.0”, che ha ricevuto tanti apprezzamenti ed è stato anche premiato alla Maker Fair di Roma.
Senigagliesi, con riferimento al lavoro presentato da Narni 360, ha pure auspicato la nascita di una sinergia a beneficio della comunità locale e dell’attrattività turistica.
Il Presidente dell’ITS ha concluso informando circa il fatto ora la collaborazione con Narni, che ha proposto di estendere anche ad Amelia, sta producendo un’evoluzione nel senso di momenti di concertazione permanenti, voluti per sviluppare un laboratorio progettuale che produrrà una serie di indicazioni su cosa fare, quali progetti sviluppare e realizzare per mettere a frutto e valorizzare le vocazioni territoriali.
Ciò potrà tradursi operativamente, ad esempio, partecipando a bandi pubblici per la cultura, per constatare il dissesto idrogeologico, la valorizzazione del patrimonio. Un caso in avvio vede perlato protagonista proprio il Lions Club Narni cui è stata proposta una collaborazione per lo sviluppo di diversi ambiti di sua pertinenza, in risposta ad un bando europeo.
Nel suo apprezzatissimo intervento l’Ing. Claudio Ricci, già Presidente Onorario dei Siti e Beni Italiani Patrimonio mondiale Unesco, ha dissertato sugli argomenti della tutela e valorizzazione inquadrati in rapporto a quello che l’illustre relatore ha definito “turismo armonico”.
Ricci ha esordito affermando che parlare del paesaggio è cosa complessa e vasta, un po’ come se dovesse trattare dell’infinito. Questo perché, a suo dire, i paesaggi sono vere e proprie “culle” di civiltà e umanità oltre ché espressioni geografiche e naturalistiche.
Nel paesaggio, infatti, risiede la bellezza estetica ma anche quell’insieme di valori che ne fa patrimonio, intangibile, immateriale, ancorché imprescindibile. Si tratta quindi di individuare una sorta di “anima del paesaggio” che ne connota il valore che si riflette nelle qualità e nei destini delle comunità che lo abitano.
La tutela del paesaggio, poi, è stata indagata da Ricci sul versante della regolazione, composta di norme, di vario livello e grado. Ma oggi, ha aggiunto, ciò non basta più e bisogna andare oltre il quadro delle normative. Questa necessità è pressante perché a livello internazionale si stanno definendo delle linee guida che tendono a restaurare e riscoprire proprio quell’anima fisica, nel senso di naturale, ma anche storica e quindi umana, del paesaggio.
Ciò si ravvia, per fare degli esempi, quando un nuovo volume edilizio modifica anche la percezione emozionale di un paesaggio. Per cui, lo stato di cose descritto ed in divenire, fa sì che occorra rapidamente e convintamente passare dal dettato normativo regolatorio ad un approccio più articolato che affianchi altre dimensioni e caratteristiche agli interventi che incidono sull’equilibrio del paesaggio, configurando un metodo che preservi e tramandi l’armonia frutto dei secoli.
Tutto ciò presuppone un rinnovamento della cultura tecnica, attraverso la maggiore consapevolezza diffusa del valore della propria cultura, ciò che per inverarsi richiede a sua volta una formazione continua. Non a caso questo è il primo passo necessario per costruire una candidatura Unesco.
Ricci ha poi affermato la propria convinzione che occorra declinare in nuove formule il concetto di turismo, rappresentandolo come “viaggio”, vale a dire l’esperienza attraverso cui si realizza il superamento delle mete per passare agli itinerari. Il turismo, infatti, si fa camminando il territorio, conoscendone le buone tradizioni, facendone emergere gli eventi genuini che danno vita ad un luogo. Queste sono costituire da tante diverse realtà, come lo sono le visite autentiche a botteghe artigianali, le degustazioni di cibi tipici, l’ascolto di musica in luoghi sacri ecc. In ogni caso, ha chiosato Ricci, deve essere chiaro ed assunto come elemento preliminare che questo tipo di turismo si fonda soprattutto sul fare funzionare bene la città per i suoi residenti, tanto da rendere ciò un valore percepito e apprezzato anche dai turisti.
Nella fase conclusiva Ricci, passando dal piano più ideale a quello più programmatico ha detto che naturalmente ci sono momenti più tecnici che attengono al funzionamento del settore turistico. Per questo è di grande importanza che ogni Comune si doti di un piano dello sviluppo turistico. Così come egli assegna grande importanza al fatto di utilizzare bene il web e i social per la promozione.
Un altro passaggio dell’intervento l’ha riservato all’interrogativo su cosa si prospetta per il futuro del paesaggio. La sua personale risposta è stata che sul piano urbanistico forse si tornerà all’antico. Uno dei concetti da recuperare, in tal senso, potrà essere quello di seguire le esigenze delle persone anziché applicare i generici postulati delle normative. Un’altra tendenza secondo Ricci potrà essere quella di recuperare la flessibilità d’uso dei centri storici, per ridargli funzioni e possibilità di essere abitati, altrimenti il rischio può essere quello di avere luoghi belli ma privi dell’elemento uomo che li vivifica.
L’ultimo ordine di considerazioni è stato quella riservato all’evidenza che indica l’esistenza di un valore ricorrente, pari a circa il 20%, che contraddistingue i risparmi che in vari settori di attività economica legati alla sostenibilità si potrebbero realizzare. Questo, in effetti, vale per: energia, acqua, volumi edilizi, rifiuti. Quindi chi è preposto al governo del paesaggio dovrà capire come eliminare gli sprechi e ridurre gli impatti, grazie anche alle tecnologie innovative e in particolare quelle per la smaterializzazione. Un paesaggio armonico incide su molte cose ma sicuramente lo fa sull’indice di creatività e di speranza di miglioramento di vita ed anche l’imprenditorialità.
Ricci ha chiuso sottolineando che ogni modifica del paesaggio è un atto simbolico rituale. Anzi un atto che si può chiamare addirittura “sacro”. Questo lo spiegano meglio prospettive culturali extra europee. Solo chi ne ha consapevolezza si potrà considere vero e degno eredo di ciò che ci è stato tramandato.
L’ultima relatrice è stata la Dott.ssa Marica Mercalli, Soprintendente del Ministero Beni Culturali per l’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, che ha presentato una rassegna di progetti e prassi riferiti alla tutela del paesaggio nel nostro territorio, con specifico riferimento alle aree archeologiche.
In particolare la Dott.ssa Mercalli ha esaminato lo stato della conservazione e gli assetti di gestione dei siti archeologici in Umbria, enfatizzando le azioni di tutela svolte dalla Sovrintendenza archeologica dell’Umbria. Ha anche sottolineato quanto siano numerosi nella Regione le aree in cui è autorizzato lo scavo e la ricerca, a fronte delle quali si ha a disposizione budget limitato. Altro tema cruciale che ha messo in risalto, poi, è stato quello degli sforzi finanziari ed organizzativi che si incontrano per consentire l’apertura al pubblico delle aree archeologiche.
Per fare questo, inoltre, si va incontro a complesse e costose procedure per la messa in sicurezza, per l’allestimento dei percorsi di visita, per la progettazione di tutto ciò che necessita alla conservazione e la fruizione corretta dei reperti da parte del pubblico
Altro tema che la Mercalli ha toccato, anche grazie a sollecitazioni venute dal pubblico, sé stato quello riferito ai problemi connessi alla proprietà privata di alcune aree archeologiche. Parimenti, però, esistono anche diverse associazioni che chiedono alla Sovrintendenza di collaborare per la valorizzazione di aree di interesse archeologico ed a cui viene riservata grande attenzione.