13 maggio 2019, 17:20
“Edward Morgan Forster, autore inglese tra tradizione e modernità” è stato il titolo della serata letteraria organizzata il 10 maggio 2019 dai Lions Clubs Ciampino, Monteporzio Catone, Roma Accademia, Roma Amicitia, Roma E.U.R. Colosseum, Roma Minerva, Roma Palatinum, Roma Quirinale, Velletri Host Colli Albani il 10 maggio 2019 presso la Sala San Bartolomeo nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme.
La relatrice dell’incontro, la prof.ssa Maria Teresa Santesarti, docente di lingua e cultura inglese, nel dare il titolo alla serata è stata ispirata dalla vita vissuta da Forster durante il periodo di transizione a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento che lo vide scontrarsi tra la “tradizione”, in quanto le sue opere seguivano la linearità narrativa del romanzo ottocentesco per la sua scrittura con un unico narratore in terza persona, che a volte diventava intrusiva irrompendo con commenti nel romanzo, e quindi più vicino agli autori dell’Ottocento, rispetto agli scrittori degli inizi del Novecento, che invece avevano sconvolto e scardinato la scena letteraria con nuove tecniche narrative, e “modernità” perché Forster si dedicava a dei temi nuovi e moderni, come i rapporti interpersonali a lui molto cari e all’incontro-scontro tra civiltà diverse, a volte appartenenti all’Europa, a volte extraeuropee.
Tra i cinque romanzi dell’autore, la relatrice ne ha scelti due: Camera con vista e Passaggio in India. La prof.ssa Santesarti, nell’esporre i due libri è stata accompagnata, in maniera interessante ed efficace, dalla piacevole voce narrante del Gen. Roberto Ripandelli che ha letto alcuni brani estratti dalle due opere.
Nato nel 1879 a Londra e rimasto orfano di padre all’età di un anno, Edward Morgan Forster nel 1901 si recò in Italia, meta prediletta dagli aristocratici e benestanti europei del Grand Tour, per conoscere le opere dell’antica civiltà romana e ne restò affascinato per i suoi monumenti, le sue bellezze e, soprattutto, per l’autenticità degli italiani che considerava diretti, spontanei e passionali, a differenza degli inglesi. S’innamorò a tal punto dell’Italia che ne ambientò due dei suoi romanzi: Monteriano e Camera con vista, in quanto riteneva l’Italia non solamente un luogo fisico ricco di bellezze naturali e di meravigliosi monumenti, ma più che altro uno stato d’animo, un’atmosfera.
In Passaggio in India, considerato il suo capolavoro, Forster pose in evidenza il contrasto tra la cultura inglese e quella indiana e si cimentò nel proporre, tra simbolismo e realismo, l’incontro scontro tra queste due civiltà molto distanti tra loro. Fino a quel momento, autori come Kipling avevano dipinto l’imperialismo britannico a tinte romantiche, mentre invece Forster, dopo un suo primo viaggio in India, aveva cambiato completamente il suo punto di vista in quanto era rimasto disgustato da come gli inglesi trattavano gli indiani, cosa per lui insopportabile, e reputava impossibile poter trovare ponti di raccordo tra la civiltà indiana e quella britannica, poiché appartenenti a mondi differenti e contrastanti tra loro, senza la volontà di un possibile incontro tra le due culture d’Occidente e d’Oriente.
La prof.ssa Maria Teresa Santesarti ha saputo mirabilmente suscitare la piena attenzione dei presenti attratti sia dall’argomento che dalla sua capacità nell’esporre le opere di un autore così combattuto tra la volontà di liberarsi dalle costrizioni imposte dal moralismo vittoriano del tempo e l’importanza dei valori della comprensione e della tolleranza nelle relazioni tra gli uomini.