27 febbraio 2018, 11:38
Grande partecipazione giovedì pomeriggio alla conferenza “Sicurezza alimentare: è possibile una seconda rivoluzione verde?”, organizzata dal Lions club Terni Host, all’hotel Garden. Felice di presentare un argomento importante e attuale come questo, il presidente Giovanni Ranalli ha ribadito che è uno degli argomenti condivisi da tutti i club del mondo. A illustrare la situazione è stato il professore Paolo Ajmone Marsan, direttore del Centro di ricerca di Proteomica e Nutrigenomica della Facoltà dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza; ha moderato il dottore Andrea Rosati, segretario generale delle European Federation of Animal Science.
«È vero che la natalità nei paesi sviluppati è sempre più bassa – ha detto Ajmone Marsan – ma al contrario, nei paesi in via di sviluppo, i tassi di natalità sono sempre molto, troppo, alti». Bisogna quindi raggiungere un punto di equilibrio che si ottiene quando c’è una diminuzione della crescita demografica. Facendo una stima, nel 2050 la popolazione mondiale passerà da 7 miliardi a più di 9 miliardi e bisognerà trovare una soluzione per riuscire a sfamare tutti, motivo per il quale secondo il professore una seconda rivoluzione verde sarebbe auspicabile.
Con la prima rivoluzione si è riusciti a evitare la crisi prevista da Malthus, il quale spiegava come si sarebbe arrivati a un punto in cui il cibo non sarebbe più bastato, in quanto la popolazione cresce in modo esponenziale, mentre la produzione in maniera lineare. Se questa rivoluzione da un lato ha risolto il problema del cibo, dall’altro ha portato anche all’uso smodato di pesticidi. Per questo le nuove tecnologie sono fondamentali per questa seconda rivoluzione verde, ma affinché questa avvenga sono necessari quattro criteri: educazione, organizzazione, tecnologie e ricerca.
