22 marzo 2017, 11:42
L’Italia è stata da sempre interessata da eventi sismici che hanno provocato sia perdita di vite umane sia danni agli edifici, ma solo negli ultimi anni il tema della prevenzione sismica è stato affrontato con crescente attenzione e metodicità. Rischio e vulnerabilità sismica sono stati i temi trattati nell’incontro organizzato il 24 Febbraio 2017 dai Lions Club Perugia Maestà delle Volte e Perugia Fonti di Veggio. Relatori gli esperti geologo dott. Luca Venanti ,ing. Paolo Anderlini e Dott Claudio Moretti.
Luca Venanti ha esordito richiamando alla memoria come qualche secolo fa il terremoto veniva considerato una “punizione divina” tanto che le città di Spoleto e Ascoli Piceno , investite nel 1703 da un terribile terremoto che provocò ingenti danni ma nessuna vittima , elessero come protettori da terremoto S.Ponziano e S. Emidio.
Venanti ha spiegato con approccio scientifico che i terremoti in Italia sono un evento naturale che dipende dalle interazioni dinamiche tra la placca africana che muove in direzione Nord Est e la placca Europea che oppone resistenza in direzione Nord Ovest , per cui il fronte di separazione interessa longitudinalmente tutto il territorio italiano(v.Fig).
Si è poi soffermato sulla “risposta sismica locale”,definita come la modificazione del segnale sismico proveniente dal substrato in funzione delle condizioni litologiche e morfologiche superficiali, che può determinare in caso di sisma differenze sostanziali in centri abitati posti anche a distanza piccola fra loro. Attraverso gli studi di microzonizzazione sismica è possibile individuare zone stabili , zone stabili suscettibili di amplificazione locale e zone instabili creando carte rappresentanti scenari di pericolosità sismica locale. Questi studi forniscono informazioni molto utili per il governo del territorio,la progettazione,la pianificazione ,l’emergenza e la ricostruzione post sisma.
Per questi studi sono stati stanziati 10 milioni di Euro dall’Ordinanza Opcm 4007.
L’ing. Anderlini, introducendo un concetto probabilistico si è soffermato sul” rischio sismico” che è la combinazione dei seguenti fattori:
- pericolosità del sito in termini di sisma atteso
- esposizione(numero di abitanti,valore del patrimonio culturale,viabilità etc.)
- vulnerabilità
Considerando che la pericolosità del sito non è suscettibile dell’intervento umano e a meno di non trasferire la popolazione,per ridurre il rischio bisogna ridurre la vulnerabilità sismica delle costruzioni , la cui valutazione è necessaria sia per verificare l’effettiva necessità di realizzare interventi sia per individuare le eventuali carenze delle strutture .
Per misurare la vulnerabilità sismica di un edifico ci si basa sull’indice di sicurezza sismica, rapporto tra capacità di un manufatto di resistere al sisma e quanto prescritto dalla normativa in base alla pericolosità. La capacità deve comunque garantire un margine di sicurezza nei confronti del collasso della struttura (stato limite di salvaguardia della vita). In conclusione la valutazione della sicurezza di un edificio ed gli interventi da realizzare si attua attraverso le indagini ,la valutazione della vulnerabilità sismica ,l’analisi dei risultati e la definizione di eventuali interventi
Particolarmente interessante è stata la valutazione, attraverso una analisi puntuale delle cifre necessarie per il consolidamento del patrimonio immobiliare italiano, da molti commentatori individuato in 120 miliardi di Euro. Ipotizzando che la metà delle unità abitative abbia bisogno di interventi, la cifra calcolata dall’ing. Anderlini è invece di 370 miliardi di Euro, investimento insostenibile per le condizioni attuali della nostra Società, anche perchè dovrebbero essere anche considerati gli immobili destinati ad attività produttive e quelli del patrimonio pubblico, che devono necessariamente essere adeguati. L’amara conclusione è che se non si programmano interventi su un arco di 25-30 anni , individuando prioritariamente le zone da cui iniziare continueremo a piangere i nostri morti.
Una carrellata di immagini dei terremoti distruttivi che dal 1908 hanno interessato l’Italia ha concluso l’intervento dell’ing. Anderlini.
Il dott. Claudio Moretti ha fatto presente che è stata introdotta una detrazione di imposta del 50% , fruibile in cinque rate annuali di pari importo ,per le spese sostenute per l’adozione di misure antisismiche su edifici ricadenti nelle zone sismiche 1,2,3 per un importo complessivo pari a 96000 euro per unità immobiliare per ciascun anno per il periodo compreso tra 1Gennaio 2017 e 31 Dicembre 2021.
La detrazione fiscale sale al 70% della spesa sostenuta, se dalla realizzazione degli interventi deriva una riduzione del rischio sismico che determina il passaggio ad una classe di rischio inferiore e all’80’% se il passaggio è a due classi di rischio inferiori.
Nel caso di interventi realizzati su parti comuni di edifici condominiali le detrazioni passano rispettivamente al 75% e all’85% e sono calcolate su un ammontare delle spese non superiore a 96000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari dell’edificio. Tra le spese detraibili rientrano anche quelle per la classificazione e verifica sismica degli immobili.