13 febbraio 2017, 9:31
L’iniziativa era prevista per il 4 Febbraio ed era promossa dal Consiglio dei Governatori e dal Comitato Multidistrettuale per il Centenario; la loro mail aveva raggiunto tutti i club italiani.
Ogni bravo presidente che si rispetti inoltra tempestivamente la comunicazione ai propri soci, così ha fatto la nostra, avendo prima cura di scrivere in capo alla mail una semplice domanda: “Cosa ne dite….?
Passano pochi minuti e già arrivano adesioni ed idee, insomma, in pochissimo tempo si mette in moto la nostra “macchina della solidarietà”.
Alberto va per centri commerciali a chiedere l’autorizzazione alla raccolta; riceve molti dinieghi: “dovevate dircelo un mese prima”, ma la Conad, con cui il nostro club ha una lunga storia di collaborazione, non poteva dirci di no.
L’amica coordinatrice distrettuale, Patrizia Marini, ci dà dei preziosi consigli, ed eccoci tutti in movimento per preparare locandine e cartelloni e recuperare i nostri giubbotti gialli. Infine chiediamo (ed otteniamo) all’Unione Sarda di pubblicare la nostra iniziativa.
Il 4 febbraio di buon’ora il primo gruppo di soci prende posto all’ingresso della Conad, addobba la postazione con i nostri simboli lionistici ed inizia la questua.
ci scontriamo con una varietà di reazioni: c’è chi finge di non vederci o si rifiuta di ascoltarci o ancora si allontana da noi con un sorriso scettico… “così va spesso il mondo”
, anche nel nostro ventunesimo secolo.
Potremmo sentirci scoraggiati e decidere di desistere, ma per fortuna c’è ancora il mondo di chi crede nella solidarietà: sono tante giovani copie con i loro figlietti, persone anziane, singols. Da parte loro un crescendo di solidarietà, c’è chi ci porta un omogeneizzato, chi ci consegna buste cariche di spesa. Una giovane donna ci chiede un carrello e ce lo riporta pieno di generi alimentari. Vorremmo conoscerla meglio e le chiediamo il nome; lei ci dice: “mi chiamo Emma… Emma e basta”. E si allontana con un sorriso buono. Grazie Emma!
Arrivano due coniugi non più giovanissimi, spingono un passeggino con un bambino disabile di chiara origine extraeuropea. Ritornano alla fine della loro spesa con una grande busta piena di tanti generi alimentari, tutta per noi.
Alle 15,00 prende posto il secondo turno, anche questa volta troviamo diffidenza, scetticismo…e tanta generosità. Ci offrono persino dei buoni spesa, altri ci lasciano cinque o dieci euro che noi subito tramutiamo in spesa.
Passa il tempo, noi continuiamo imperterriti nella nostra questua e alla fine della serata carichiamo fino all’inverosimile la macchina di Alberto e quella di Maria Antonietta.
L’indomani andiamo a trovare le tre Caritas di Selargius, a ciascuna di queste lasciamo il frutto della generosità di tanti selargini, insieme ad una raccomandazione:”Per favore, destinate la nostra raccolta alle famiglie con bambini piccoli”.