Lions Club Roma Host Castel Sant’Angelo con i Lions di Vicenza per il convegno “Nutrimenti” – Lions Club – Distretto 108 L

Lions Club Roma Host Castel Sant’Angelo con i Lions di Vicenza per il convegno “Nutrimenti”

1 maggio 2016, 12:27

L’8 aprile, presso la Sala Congressi Confartigianato  a Vicenza, s’è svolto un interessante

Convegno Distrettuale Ta1 del Centenario dal titolo “Fame, malattie ed immigrazione. Quale futuro?”

Erano presenti le Autorità Lionistiche del distretto Governatore Valter Rebesan,  1°Vice Governatore Sonia Mazza i presidenti dei Lions Club Vicentini sotto la regia dell’Officer Alfredo Riondinoe e il Lions Club Roma Host Castel Sant’Angelo in Interclub presente con i Soci Daniela Brunetta, Bepi Brunetta, Antonio Coni e Marinella Aversa.

Con la presenza delle Autorità Pubbliche Vicentine, presidente Associartigiani Agostino Bonomo, dell’Assessore Regionale Isabella Sala, Capo Gabinetto del Sindaco Maurizio Franzina, il Vescovo Beniamino Pizziol, Questore di Vicenza Gaetano Gianpietro, Ten. Col. dei Carabinieri Arrigo Paolo Gareffi, già insegnante del COESPU di VI e attualmente in servizio presso la Guardia di Finanza come migliore esperto mondiale dei problemi di Immigrazione; Mons. Giuseppe Del Ferro esperto nei rapporti con le comunità religiose dei continenti che si affacciano sul mediterraneo; Prof. Antonio Papisca, autorità in campo mondiale sulle relazioni Internazionali e titolare cattedra UNESCO “Diritti Umani, Democrazia e Pace”; dott. Vincenzo Riboni Primario Ospedale di Vicenza e medico volontario in Africa; Prof. Francesco Bosello prof di Econamia Ambientale presso l’Università di Milano e ricercatore della Fondazione ENI.

Il Convegno ha annoverato relatori di forte spessore che con i loro interventi hanno cercato di chiarire i diversi aspetti di un problema molto grave quale l’immigrazione con conseguenze anch’esse di notevole gravità: la fame e le malattie.

Il Prof. Vincenzo Riboni è intervenuto parlando dei flussi migratori e delle patologie di importazione, puntualizzando che si tende a fare degli aspetti sanitari una lettura improntata su luoghi comuni piuttosto che sulle evidenze scientifiche e sullo stato dei fatti. Infatti, ha specificato come, dai dati forniti dal Ministero della Salute e dall’Istituto Nazionale per la Medicina delle Migrazioni e della Povertà (INMP), situazioni di emergenza sanitaria correlate alla presenza di Stranieri immigrati non si sono evidenziate e non trovano pertanto nessuna giustificazione oggettiva.

L’immigrato è solo una persona da tutelare e proteggere dal punto di vista sanitario.

Ci sentiamo rassicurati su questo problema. Il Prof. Giuseppe dal Ferro ha fatto rilevare come il problema immigratorio abbia finito per incidere profondamente sull’Unione Europea, costruita con fatica in settant’anni di storia. Le chiusure verso l’esterno si ripercuotono, infatti, all’interno, facendo rinascere antichi nazionalismi e contrapposizioni che si credevano scomparsi. Esistono pregiudizi da superare, certamente, ma non sono giustificabili i respingimenti, la chiusura senza alternative, il rifiuto dell’accoglienza per chi ha i requisiti. Cerchiamo di essere allora più disponibili ad una intercultura con il rispetto dei diritti umani in un rapporto paritario. Il relatore ha posto l’accento sulle migrazioni che, anche se esistono opinioni contrastanti, favoriscono l’incontro e la comunicazione tra culture, generano condivisione e scambio, allontanando il rischio di chiudersi all’interno di orizzonti, di senso limitanti e sterili, ricchi di pregiudizi e ostacoli a nuove dinamiche.

L’intervento del Dott. Francesco Bosello ha reso chiaro come il cambiamento climatico non può essere considerato “solo” un problema ambientale. Si innesta infatti su sfide e tensioni già esistenti, come quelle relative all’accesso alle risorse, ai fenomeni migratori ed alla gestione dei conflitti.

Non a caso, al summit delle Nazioni Unite del 25 settembre 2015 per l’adozione della nuova agenzia per lo sviluppo sostenibile per il 2030, “l’azione per il clima” viene inserita tra gli obiettivi da monitorare.

Importantissimo è stato l’intervento del Prof. Antonio Papisca, professore emerito dell’Università di Padova, titolare della Cattedra UNESCO diritti umani, democrazia e pace.

Il Prof. Papisca ha posto l’accento sulla “buona governance” cioè sulla buona politica, quella che persegue obiettivi di bene comune nel rispetto della legalità.

L’interdipendenza mondiale ed i relativi tentacolari processi di globalizzazione in atto segnano la condizione umana, quindi anche la politica.

Il relatore ha messo n evidenza come dal 1948 in virtù della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani siamo entrati nell’era di un nuovo Diritto Internazionale, di un principio che recepisce i principi dell’etica universale e se ne fa il traghettatore, con la forza che gli è propria, in tutti i campi a cominciare da quelli della politica e dell’economia. La dignità della persona, non più la sovranità dello Stato è dunque posta al centro di qualsiasi ordinamento.

Ma nel 1948 cala la cortina di ferro e inizia l’era del bipolarismo est/ovest che per quarant’anni congela il neonato modello onusiano dell’ordine mondiale.

Nel 1989, con il crollo del Muro di Berlino e l’implosione del blocco orientale si pongono le basi per ridare impulso alla costruzione dell’ordine mondiale basato sul paradigma dei diritti umani. In questo scenario si avvia il discorso della buona governance, un’operazione tanto necessaria quanto impegnativa. “Buono” è un aggettivo che per la politica ed il buon governo rinvia al campo dell’etica, un rapporto atavico tra etica-politica. Le governance di cui c’è bisogno, ribadisce il relatore, è multilivello in ossequio al principio di sussidiarietà, più che mai necessario nel mondo globalizzato.

Quanto più il mondo si globalizza tanto più numerose e dirette sono le sue ricadute sui processi di governance a livello locale: si pensi al fenomeno migratorio, alla delocalizzazione delle imprese e all’integrazione transazionale delle medesime.

Punto importante della “buona governance” riguarda la ridefinizione dello Statuto di Cittadinanza e l’impegno per il riconoscimento della pace quale diritto fondamentale della persona e dei popoli.

Dal 2012 in seno al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite si dibatte sulla bozza di una Dichiarazione delle Nazioni Unite, appunto, sul diritto alla pace.

In Italia dal 2014, a favore della Dichiarazione è in atto una originale campagna che ha come protagonisti centinaia di Comuni e cinque Regioni tra i quali il Comune di Vicenza e la Regione del Veneto. Sostituire quindi allo “Ius ad bellum”, “l’Officium pacis”. Sarà questo un sogno che sarà realizzato sicuramente.

L’ultimo intervento è dell’Officer Lions Alfredo Riondino che illustra il progetto Nutrimenti  in Benin che si effettuerà nei prossimi due anni , presente anche il creativo e comunicatore del Manifesto Maurizio Sanghineto che ha in due parole NUTRI  (fame) e MENTI (progetti, cultura e giovani) in Benin
Questo convegno di così grande spessore, rientra tra gli obiettivi del Centenario Lions. Infatti uno dei quattro obiettivi per il 2017 è quello, forse primario, di alleviare la fame nel mondo la dove nasce,
oltre alle Campagne Mondiali d’Azione per i Giovani, a favore della Vista e per la protezione dell’Ambiente.
Certo è una piccola goccia nel mare delle grandi necessità  di cui hanno bisogno milioni di persone e purtroppo tanti bambini nel Mondo, ma, come ci ha tramandato Madre Teresa di
Calcutta ”  Anche il mare ha bisogno della goccia “.

E’ opportuno e necessario diffonderne gli esiti a tutti gli amici Lions perché è un ulteriore arricchimento della nostra azione quotidiana per i fini che la nostra Associazione si prefigge.

Anna Maria Acconcia

 

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