16 agosto 2015, 19:52
Cari Lettori, lungi il pensiero dall’essere un’autoreferenzialità ma, al fine di far comprendere bene l’operosità e l’impegno degli operatori del C.R.E.C., ritengo opportuno pubblicare una lettera pervenuta dai genitori di un allievo e le conseguenti osservazioni della nostra direttrice tecnica.
I genitori di un ragazzo seguito dal CREC scrivono….
Premettiamo che G. iniziò a frequentare ippoterapia, nella disciplina del volteggio, fin dalla età di
nove anni (1996).
In questo lungo percorso, i vari operatori ai quali è stato affidato hanno verificato alcuni importanti passi evolutivi che anche noi genitori abbiamo poi riscontrato.
G. ha sempre avuto un vivissimo senso della sua incolumità fisica che ancora oggi conserva fino ad accettare con ritrosia di salire su una scala per raggiungere un ripiano alto dell’armadio in casa.
E per questo temevamo che non accettasse il contatto ravvicinato con un animale forte e grande come il cavallo.
Alle prime e più elementari richieste degli operatori rispose manifestando ansia da prestazione (poche volte con pianti).
Poi, il naturale piacere di comunicare anche mediante il contatto fisico con l’animale, il salirci in groppa e riconoscersi in quella posizione sopraelevata ha preso il sopravvento, ed oggi le periodiche sedute di ippoterapia sono uno degli appuntamenti più attesi della sua settimana.
Negli anni, attraverso l’ippoterapia, G. ha mitigato una sua connaturata esuberanza ed oppositività che a volte ripropone in altri contesti.
Ha interiorizzato il rispetto di molte regole, a cominciare dalla necessità di vestirsi in modo adeguato per l’attività (fin dai primi incontri accettò di indossare il kep, sebbene ancora oggi continui a rifiutare qualunque tipo di copricapo per qualsiasi altra occasione).
Negli ultimi anni, nell’ambito di un suo più generale sviluppo personale, abbiamo notato una maggiore sicurezza di sé ed il rafforzamento di una sana voglia di socializzazione.
Per questo ultimo aspetto, come avrete notato, G. incontra ancora qualche ostacolo per le sue difficoltà di linguaggio che lui tenta di aggirare mettendo in atto altre strategie comunicative.
Comunque, su questo piano, noi tutti insieme a lui continuiamo a lavorare anche in altri contesti.
Vi ringraziamo ancora per la vostra opera.
E. P. e R. I.