13 luglio 2015, 10:13
“Ut sementem feceris, ita metes” (come avrai seminato, così mieterai). Con questo aforisma di Cicerone, stampato in bella evidenza sul guidoncino, prende il via l’annata lionistica 2015-2016 di Tommaso Sediari al timone del distretto 108L.
Sediari è il primo governatore espresso dal Lions Club Città di Castello nel corso della sua lunga storia, che dura ormai da quasi mezzo secolo.
Curriculum di prim’ordine quello del nuovo governatore: professore ordinario di Economia e Politica agraria presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Perugia; docente di Economia dell’Unione Europea e di Economia Internazionale presso la stessa facoltà dove ha ricoperto anche l’incarico di Preside per ben 6 anni, dal 1997 al 2003.
Il professore è stato inoltre direttore e responsabile scientifico del Master in Management Pubblico presso la Scuola Superiore degli Affari Interni di Roma dal 2002 al 2009 e attualmente è consigliere e censore della Banca d’Italia, filiale di Perugia.
Allora governatore, puntiamo subito l’obiettivo sul proverbio latino che ha ispirato il suo motto. Ha davanti a sé un anno intero per raccogliere i frutti della semina. Ma come pensa di seminare? E cosa si aspetta al momento della mietitura?
“Il mondo sta cambiando rapidamente. Anche a noi Lions viene richiesto di cambiare. Il cambiamento è un processo continuo, un cammino spesso difficile, che richiede chiarezza, determinazione e aiuto reciproco. Per questo bisogna camminare assieme, allargando sempre più il cerchio delle persone coinvolte in un dialogo permanente basato sull’ascolto. Ecco perché dobbiamo seminare il cambiamento – è questo il mio obiettivo primario –e quindi non averepaura del cambiamento. Dobbiamo riscoprire la gioia del futuro, la speranza. E serve pensare a nuove forme di vivere il territorio, di concepire il lavoro, di produrre, di nutrirsi, di governare la società. Ma solo l’efficienza non basta e non fa avanzare la condizione umana. Se non ci sono i valori (famiglia, solidarietà, fraternità, reciprocità, associazionismo) non si va lontano”.
Ma i Lions hanno un’identità culturale che viene da lontano…
“Sì, e a quella ci dobbiamo richiamare. Ci servirà ricordare il nostro patrimonio ideale che in quasi cento anni di storia lionistica ha saputo rappresentare lo strumento per essere utili alla società. In questo impegno prospetto la valorizzazione ulteriore del nostro Centro Studi riconosciuto anche nel multidistretto come un prezioso laboratorio di idee. Il Centro deve aiutarci a ritrovare un respiro culturale e essere quindi un motore di idee. Lavoreremo inoltre per un grande tema sull’Etica che vorrei nel mio anno approfondire nei diversi aspetti, oltre a trattare naturalmente i quattro temi proposti per il Centenario: Fame, Ambiente (con riferimento anche ad Expo) Giovani e Vista”.
Un programma ambizioso governatore.
“Non lo nego. Ma il messaggio che dobbiamo far passare è quello di essere conosciuti per quello che abbiamo fatto, che facciamo e che vogliamo continuare a fare. Senza vantarci ma con la grande soddisfazione personale di “servire”, di essere stati d’aiuto. E a questo punto vorrei porre l’accento sui Club, che sono la cellula fondamentale del nostro essere Lions. Penso e vorrei un Club sempre più immerso nel territorio per esaminare i problemi e concorrere alla loro soluzione attraverso risposte valide: abbiamo la professionalità e le competenze per farlo. La mia convinzione è che dobbiamo sviluppare con sempre più forza questo radicamento nel territorio e quindi avere Club incubatori di soluzioni e che sappiano lavorare in modo condiviso”.
Per i Lions essere al servizio vuol dire vivere i problemi, averli fatti propri, sentirli dentro e quindi essere animati dalla passione di risolverli al meglio delle loro possibilità. Non è così?
“Assolutamente sì. Ma significa anche interpretare le necessità dei giovani sui temi del lavoro, della serenità di vita, significa affrontare situazioni di crisi delle imprese, significa comprendere i problemi di oggi delle famiglie. Tutto questo però non è di per sé sufficiente, perché in questa nostra ricerca del nuovo lo sforzo più grande sarà quello di non cadere nella tentazione di essere autoreferenziali”.
Governatore l’aspetta un compito non facile: guidare nell’annata 2015-2016 i quattromila soci lions di Umbria, Lazio e Sardegna.
“Guidare è la parola giusta. Il proposito che offro al mio Distretto è di non essere un capo ma solo una guida per traghettare insieme la nostra associazione verso il centenario. Dobbiamo essere consapevoli che in quanto uomini e donne del nostro tempo abbiamo il dovere di edificare giorno per giorno, con fatica, una società diversa dove si instaurino nuovi sistemi di vita e modelli di comportamento più aderenti alle nostre convinzioni. Dobbiano fare squadra e sicuramente le messi della mietitura saranno più che abbondanti”.
In bocca al lupo governatore. E… ad maiora.