14 febbraio 2015, 17:24
Lungo il perimetro delle rupe di tufo sulla quale sorge Orvieto si aprono, a livelli diversi di altezza, cavità di varia natura utilizzate nei secoli per una molteplicità di scopi. Si va dai pozzi per l’acqua, che raggiungono profondità significative in considerazione dell’altezza stessa del masso tufaceo, a grandi e piccole cantine, a frantoi per l’olio.
La Grotta dei Tronchi Fossili
Assolutamente particolare è però la cavità che ha preso il nome di Grotta dei Tronchi Fossili. Si tratta, in realtà, di un’opera dell’uomo: infatti è un’antica cava di pozzolana, materiale utilizzato per la costruzione della stessa Orvieto, da tempo non più utilizzata. Il fatto straordinario è che la grotta custodisce i resti fossilizzati di un’antichissima foresta presente in quel sito al momento delle eruzioni vulcaniche che crearono stessa la rupe tufacea sulla quale sorge Orvieto.
Originale è il punto di vista dal quale si osservano gli alberi fossili. Infatti i lavori di estrazione della pozzolana procedettero ad un’altezza tale per la quale incontrarono gli alberi perpendicolarmente al senso di scavo che va in orizzontale dall’interno verso l’esterno. Così oggi vediamo i tronchi da sotto, come conficcati nel soffitto della grotta. Una prospettiva assolutamente inaspettata.
Al Lions Club di Orvieto si deve il finanziamento dell’illuminazione e della cartellonistica didattica sia della Grotta dei Tronchi Fossili che di una seconda, sempre nata come cava di estrazione della pozzolana, ed oggi adibita a “grotta didattica” per mostrare agli studenti modalità di vita della preistoria.