UN’ALTRA PERLA NASCOSTA – Lions Club – Distretto 108 L

UN’ALTRA PERLA NASCOSTA

31 ottobre 2014, 12:32

Il Club Roma Pantheon in visita culturale alla Cappella segreta del Cardinale Bessarione

Basilio Bessarione nacque a Trebisonda, sul Mar Nero, nel 1403.

Trasferitosi a Costantinopoli, nel 1423 entrò nell’Ordine di San Basilio.

Eletto nel 1437 humetropolita di Nicea, a dicembre del 1439 venne nominato da papa Eugenio IV cardinale titolare della Basilica dei Santi XII Apostoli.

Nel 1468, Pio II gli concesse lo jus patronatus della cappella situata nel transetto destro della basilica, che il cardinale dedicherà a San Giovanni Battista e a San Michele Arcangelo.

La cappella, destinata a raccogliere i resti mortali del Cardinale Bessarione, tra il 1464 e il 1467 viene affrescata da Antoniazzo Romano, Melozzo da Forlì e Lorenzo da Viterbo.

Nel 1545, per i gravi danni causati dalle inondazioni del Tevere e dal sacco lanzichenecco, le pareti furono ricoperte da una mano di calce e, con la successiva costruzione della Cappella Odescalchi, il sacello funerario viene definitivamente murato ed occultato.

Occasionalmente rinvenuta nel 1959 da Clemente Busiri Vici, tra il 1990 e il 2005 la cappella viene recuperata, restaurata e resa nuovamente visibile al pubblico.

Per capire le ragioni del ciclo pittorico e interpretare le scelte iconografiche del committente, una guida specializzata ha introdotto un folto gruppo di Lions e di amici in quella che fu la cappella del prelato, spiegando loro la ragione alla quale il Cardinale Bessarione consacrò la propria vita: l’unione delle Chiese di Roma e di Bisanzio dopo la caduta di Costantinopoli.

Il ciclo pittorico, come si presenta oggi, comprende le due apparizioni dell’Arcangelo Michele che culminano in alto con la presentazione dell’uomo al Cristo trionfatore, circondato dalle nove schiere angeliche.

Gli affreschi inferiori e quelli superiori si potevano toccare con mano, facilitati dai ponteggi che consentono di fronteggiare le figure.

Una seconda guida specializzata ha consentito inoltre di visitare i chiostri dell’annessa casa generalizia dei frati minori conventuali, in uno dei quali è stata consumata la cena rinascimentale: la torta bisbetica, il panunto provola e cannella, le frittelle di sambuco insieme a un buon bicchiere di ippocrasso rinforzato dalle spezie dei mercanti veneziani.

Insomma, una visita culturale e gastronomica che ci ha consentito di stare felicemente insieme ancora una volta, scoprendo perle mai viste prima.

Giancarlo Scivoletto

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